
In più l'archivio, organizzato per categorie e per mesi, vi permetterà di ritrovare tutti i post che ho pubblicato dal 2008 su queste pagine.
"Quello che facciamo é solo una goccia di acqua nell'oceano, ma se questa goccia non ci fosse, mancherebbe." Madre Teresa di Calcutta
Il nostro Pianeta (si, ci metto la maiuscola!) ci offre se stesso. E'
Ogni anno il genere umano sfrutta di più, preme e schiavizza, non rispetta, inquina, spreca senza sosta. Il risultato è l'esaurimento delle risorse a disposizione di chi vive e dipende dallo stesso pianeta. Un circolo vizioso pericoloso. Un triste primato che da una trentina d'anni il mondo moderno si è attribuito e che rischia di accelerare ancora di più, mettendo la terra in una situazione di agonia.
dal baletto del CAD di Piacenza "Volo" per l'A.R.T.
Il consumo delle risorse naturali si esaurisce, ogni anno, prima del suo termine. Il Global Footprint Network, un'organizzazione non governativa internazionale, calcola ogni anno il momento in cui l'umanità supera il limite di capacità del Pianeta, cominciando a vivere succhiando la linfa vitale dello stesso, cioè quando vive succhiando l'energia di sopravivenza del Pianeta che ci ospita.
terra sofferente nel Capo Verde, Africa
Oggi, 21 agosto 2010, è il giorno in cui il nostro impatto sul Pianeta ha superato la sua capacità di continuare a fornirci risorse.
"L'Earth Overshoot Day, o in italiano “il giorno del superamento”, è stato calcolato per la prima volta nella storia nel 1987 quando, il 21 dicembre, fu raggiunto il pareggio. Da qui in poi questo infausto giorno è stato anticipato di anno in anno, arrivando al 21 novembre nel 1995, al 20 ottobre nel
Il Global Footprint Network scrive: "Oggi l’umanità usa l’equivalente di 1,3 pianeti ogni anno. Ciò significa che oggi
Capo Verde, Africa, lava
Oltre agli sprechi, agli abusi che l'umanità perpetra ogni giorno contro il Pianeta, non possiamo passare sotto silenzio l'aumento della popolazione mondiale e quindi il molteplicare dei suoi bisogni.
Negli anni 70, Pierre Jalet diceva con ragione che non era il numero di abitanti che era troppo elevato, ma l'ingiusta ripartizione delle ricchezze. Questo ragionamento è tuttora valido. La responsabilità dei paesi industrializzati è indiscutibile nell'impoverimento delle risorse, nella dolorosa situazione di alcune popolazioni dei paesi del Tero Mondo, dell'aumento della fame del mondo, della deforestazione, ecc. ma è fondamentale riflettere sul problema che pone una crescita troppo veloce della popolazione mondiale in relazione alle situazioni critiche sollevate qui.
Cosa possiamo fare come cittadini del mondo
e chi è in grado di agire?
La risposta è: tanto e tutti noi.
e se vi vengono altre idee fatemelo sapere!
Capo Verde, Africa, l'acqua altrove sprecata qui è un bene prezioso
Voglio trascrivere un articolo pubblicato sul quotidiano francese Le Monde del 21 agosto 2010, che propone una riflessione interessante.
Comment sensibiliser le public aux enjeux environnementaux cruciaux sans passer pour l’éternel rabat-joie de service ? C’est la question que se posent quotidiennement les écologistes. L’une des solutions : simplifier la complexité des problèmes en diffusant un message de communication global et percutant.
C’est le but du “Jour du dépassement” (Earth Overshoot Day), qui tombe cette année ce samedi 21 août. Calculé tous les ans par l’ONG Global Footprint Network, il a pour but de déterminer le moment où l’humanité vit à crédit, après avoir consommé la quantité de ressources naturelles que la nature peut produire en une année.
“Il aura fallu moins de neuf mois pour épuiser le budget écologique de l’année 2010. Si vous dépensez votre budget annuel en neuf mois, vous allez probablement être extrêmement inquiet : la situation n’est pas moins grave quand il s’agit de notre budget écologique”, alerte le président de l’ONG, Mathis Wackernagel. Pour inverser la tendance, il n’y a qu’une solution, selon l’écologiste : “Arriver à ce que la population mondiale commence à décroître. Les gens pensent que ce serait terrible. Pour nous ce serait en fait un avantage économique. C’est un choix mais on n’en veut pas encore.”
En 1960, la planète consommait seulement la moitié de ses ressources. A partir de 1987 - date à laquelle a été publié le rapport Brundtland sur le développement durable - le rapport entre la consommation mondiale et la biocapacité s’est inversé et ne cesse de se réduire depuis. Les hommes consomment aujourd’hui 50 % de ressources naturelles de plus qu’il y a trente ans, avec environ 60 milliards de tonnes de matières premières par an, d’après un rapport des Amis de la Terre.
En 2009, le Jour du dépassement avait été fixé au 25 septembre, soit un mois plus tard que cette année. Mais on ne peut pour autant pas en conclure que notre consommation a à ce point augmenté en un an, a expliqué Mathis Wackernagel. “C’est juste que cette année, on a révisé toutes nos données et on s’est rendu compte que jusqu’ici, on avait surestimé la productivité des forêts et des pâturages : en clair, on avait exagéré la capacité de
Si ce message se révèle plutôt efficace, il pose toutefois la question de la méthode de calcul pour parvenir à un jour si précis, en englobant des problèmes aussi divers que la destruction des forêts primaires, la fonte des glaciers ou le déclin de la biodiversité. La solution, selon l’ONG, réside dans la notion d’“hectare global”. Cette unité, qui sert aussi de base à la définition d’empreinte écologique, représente la biocapacité d’un hectare moyen, à savoir un hectare avec une capacité de production de ressources et d’absorption de déchets correspondant à la moyenne mondiale.
Comme elle l’explique, l’ONG utilise plus de 5 400 données de 200 pays, mises à jour chaque année et provenant d’organismes internationaux reconnus (FAO, division des statistiques de l’Onu, GIEC ou encore Agence internationale de l’énergie).
Et vous, que pensez-vous de cette façon de communiquer sur l’environnement ? Est-ce que ce genre de messages vous interpelle et vous fait réfléchir ou au contraire vous agace de par la simplification des problèmes qu’il entraîne ?"
A Bonn, il 2 agosto sono cominciati i lavori di una conferenza preliminare alla grande conferenza delle Nazioni Unite di Cancun, in Messico, che dal 29 novembre al 10 dicembre prossimi dovrebbe portare il mondo ad un accordo globale sul clima per rispondere al protocollo di Kyoto. Le speranze sono deboli. I comportamenti dei potenti e i tristi risultati della Conferenza di Copenhagen sul clima non lasciano molto spazio all’ottimismo.
In Germania dei gruppi appositamente istituiti sono al lavoro per trovare un terreno d’incontro tra i bisogni del paesi in via di sviluppo, le politiche delle grandi potenze e le esigenze del pianeta. Difficile… Le divisioni sono anche all’interno degli stessi gruppi.
“Ad ottobre, il Consiglio dei ministri dell'ambiente dell’Unione Europea, dovrebbe aprire un confronto sul possibile cambio dell'obiettivo di riduzione dei gas serra, dal 20% al 30% entro il 2020, ma sappiamo che almeno ad oggi non c'è unità di intenti: a favore Francia, Germania e Gran Bretagna e nel gruppo dei contrari, guarda caso figura l'Italia.” (Greenreport, Livorno 2 agosto 2010).
Mai come ora non bisogna abbassare la guardia. La mobilitazione internazionale di massa per la conferenza delle Nazioni Unite sul clima a Copenhagen era stata eccezionale, saremo capaci di ricominciare per Cancun?
La mobilitazione è per la Terra!
Silvana Vacatello, Il Filo, Tre metri di topolini morti Doriana Mugnaini, Maremmi Editore FI, Piccole storie gialle Paola Fanti, Oppure, Cerchi Daniela Baldassarra, Prospettiva editrice, Nessuno è la mia stella Maria Rossi, Centro iniziative culturali, Come il pane nero Alida Pellegrini, Serarcangeli Editore, A Titus da Rembrandt M. Antonietta, D'Onofrio Arduino Sacco Editore, Ora aspetto la vita che mi cerchi Daniela Irma Cecchetto, Ibiskos, La memoria ritrovata Simona Bertocchi, Il Filo, I colori di Venere Laura Basilico, Robin Edizioni, Come un tuono in cerca di pioggia Nicla Menchi, Nerbini - Firenze, Soprattutto Buonumore Bruna Valori, Ex-Cogita, La casa rossa Paola Martini, Ibiskos Editrice Risolo, Colori del tempo Carla Dolazza, Solfanelli-Tabula Fati, La scatola di Eliana Nicoletta Parigini, Solfanelli-Tabula Fati, Agata Alda Zapperi Zucker, Alpha-Beta Merano, Il silenzio Mirella Bolondi, Zephiro Edizioni, Terra di silenzi Amanda Castello, Pontegobbo, Un "alien" chiamato dr Crabe M.T. Landi- L. Tola, Giovane Holden Editore, Nel buio della coscienza
Ogni autrice selezionata, oltre a tutte le altre che hanno partecipato al concorso, ha presentato il suo scritto dal 26 marzo al 28 maggio 2010 presso l'Edison Bookstore di Livorno.
|
Autrice
Titolo
Alessandra Benvenuti Non disturbate il ragno Anna Laura Bachini Oltre lo specchio Emilia Bigiani Il canto della farfalla Emilia Bigiani Laya Amanda Castello Il circolo delle anime Antonella Chirici Pietro e i lupi Silvia Conforti Faccio finta che sia sciopero Mariarita Cupersito Immagini senza tempo Tiziana De Felice Racconti di ordinaria miseria Giusi D'Urso Ferite Marina Macaluso Alice nel paese della verità Sandra Mazzinghi I suoi sogni erano altri Francesca Padula La trasformista Francesca Petrucci Storia di CT Carla Santini Come la luce Bianca Volpi Le gramignaie