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martedì 3 agosto 2010

Il clima bolle, Cancun è già in cammino. Si può ancora salvare il pianeta?



Dopo le recentissime e terribili alluvioni in Cina, dove tuttora risulta difficile contare con certezza i morti, dispersi e gli sfollati, è la volta del Pakistan. Il monsone ha investito il Nord Est del paese trascinando con sé villaggi, ponti, case compiendo una strage: 800 morti circa.Le piogge non risparmiano l’Europa, l’Artico si riscalda e la canicola sta devastando
la Russia. Il clima cambia più velocemente di ogni previsione.




Staremo ancora a guardare come se fosse una fatalità inevitabile?

Vogliamo salvare il pianeta, oppure no?

A Bonn, il 2 agosto sono cominciati i lavori di una conferenza preliminare alla grande conferenza delle Nazioni Unite di Cancun, in Messico, che dal 29 novembre al 10 dicembre prossimi dovrebbe portare il mondo ad un accordo globale sul clima per rispondere al protocollo di Kyoto. Le speranze sono deboli. I comportamenti dei potenti e i tristi risultati della Conferenza di Copenhagen sul clima non lasciano molto spazio all’ottimismo.



In Germania dei gruppi appositamente istituiti sono al lavoro per trovare un terreno d’incontro tra i bisogni del paesi in via di sviluppo, le politiche delle grandi potenze e le esigenze del pianeta. Difficile… Le divisioni sono anche all’interno degli stessi gruppi.

“Ad ottobre, il Consiglio dei ministri dell'ambiente dell’Unione Europea, dovrebbe aprire un confronto sul possibile cambio dell'obiettivo di riduzione dei gas serra, dal 20% al 30% entro il 2020, ma sappiamo che almeno ad oggi non c'è unità di intenti: a favore Francia, Germania e Gran Bretagna e nel gruppo dei contrari, guarda caso figura l'Italia.” (Greenreport, Livorno 2 agosto 2010).




Mai come ora non bisogna abbassare la guardia. La mobilitazione internazionale di massa per la conferenza delle Nazioni Unite sul clima a Copenhagen era stata eccezionale, saremo capaci di ricominciare per Cancun?



La mobilitazione è per la Terra!




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